
La squadra
Undici giocatori-imprenditori e una riserva Un unico filo unisce gli undici giocatori titolari alla riserva: la parola qualità, che accomuna che fa il pane, chi ha l’aratro a buoi, chi produce vino, olio, formaggio e salsiccia o tappi di sughero, lastre e tiles di granito, balconate in ferro […]

Sedici ore al giorno
Cronache del lavoro in Sardegna senza fatti di cronaca Quando si lavora le giornate non passano mai, sono lunghe e il sonno arriva presto, poco dopo il tramonto, sia che si lavori in una fabbrica o nei campi; […]

Non avevo un soldo
La Sardegna di ieri. La Sardegna operosa di oggi Un taglio sull’operoso oggi di decine di centri della Sardegna: un mondo che mi colpisce ed ammiro, ma di fronte al quale sono assolutamente incompetente. La mia Sardegna infatti, quella che ho studiato […]

Donne sarde
Protagoniste nel lavoro e nelle professioni Sullo sfondo, ma non tanto, vi è l’isola di sempre – degli ultimi cinquant’anni diciamo – centinaia di migliaia di ovini, caprini, suini e bovini. Ma oggi ci sono i caseifici, grandi, piccoli o piccolissimi […]

La ghianda è una ciliegia
Seguendo il modello virtuoso dei Nuto Revelli, dei Giulio Bedeschi, Giacomo Mameli dà voce in queste pagine ai senza-parola, ai “vecchi ragazzi” della seconda guerra mondiale, protagonisti di una epopea tra le più tragiche della nostra storia […]

La Sardegna di dentro - La Sardegna di fuori
Mameli - novello Erodoto domestico - ci conduce in un viaggio di scoperta nella Sardegna meno nota che procurerà al lettore molte sorprese e gli farà intuire stili di vita, memorie e aspettative dei suoi abitanti. Remo Bodei

La Sardegna delle eccezioni
In queste pagine troverete una Sardegna di eccellenze che lavorano tra la Maddalena e Capo Carbonara, giovani e meno giovani apprezzati nel mondo, dall’Mba di Harvard al cantiere dello stadio dell'Arsenal a Londra. Ci sono gli artigiani con la sapienza del fare, i campioni dell’agroalimentare […]

Sardo Sono
Queste storie raccontano un’Isola orgogliosa. Emergono donne e uomini capaci, piccole e medie aziende all’avanguardia nelle nuove tecnologie dell’informazione, nella ricerca scientifica, nella green economy, occupando posti di rilievo nella scena locale e internazionale […]

Il forno e la sirena
Due parole che hanno marcato l’apocalisse del Novecento europeo raccontata da due testimoni viventi. Due sopravvissuti che – col linguaggio dei senza voce – raccontano la loro vita umile e quei giorni del 1943, a Bergen-Belsen o ad Auschwitz-Birkenau oltre le Alpi, a Cagliari e Monserrato a due passi da casa. […]
Mameli conserva la memoria degli eventi che dalla Sardegna si sono intrecciati con la storia del mondo. Remo Bodei
È bello, commovente e utile riascoltare queste voci senza retorica, nella loro mescolanza di disperazione e speranza, nella libertà e vitalità della loro lingua imbevuta di dialetto, e confrontarle con le frastornanti chiacchiere dei nostri giorni. Goffredo Fofi (Internazionale)

Le ragazze sono partite
Dietrina, Clelia, Evelina, Maretta, Erminia, Bonaria, Silvana, Carrula, […] sono solo alcuni dei nomi delle tante protagoniste del libro di Giacomo Mameli, ragazze che emigrano in particolar modo da Perdasdefogu, […] verso il continente, a Roma e Milano, a partire dal secondo dopoguerra, per fare “le seraccas” (le serve) presso alcune famiglie benestanti. Il testo è costruito in modo corale, è un intreccio di storie di donne nell’arco di più generazioni, che partono e raccontano la loro esperienza migratoria. Un testo polifonico in cui le diverse voci narranti ci fanno entrare in un mondo tutto femminile, fatto di donne giovani, spesso quasi bambine, forti, coraggiose. […] In questo libro le donne sono narrate come protagoniste. L’autore mostra una non comune capacità di entrare nei mondi femminili, di dar voce alle donne, di umanizzare i personaggi e la narrazione tanto che ci sembra di vivere con Pietrina e con le altre donne dentro alle loro storie. Mameli si fa così narratore comunitario, autore ‘epico’ della voce collettiva. Dalla Postfazione di Martina Giuffrè Del libro "Le ragazze sono partite" la Compagnia "La botte e il cilindro" ha proposto al "Vecchio mulino" di Sassari - a metà novembre - la prima versione teatrale con le attrici Daniela Cossiga e Antonella Masala con i costumi dello stilista Antonio Marras.

Come figlie, anzi
… Sul barcone bianco e blu una donna partorisce, l’abbiamo aiutata io e Malelyn, non c’era acqua per poterla lavare: La neomamma si chiama Janeba, forse non ha più di vent’anni, le chiedo se il padre ha già visto il bambino. Janeba risponde: “Non so chi sia il padre”. … Ero terrorizzata di dover uscire per strada a Torino, temevo di scendere perché c’erano le rivolte, temevo gli immigrati, i miei fratelli eritrei e con loro i sudanesi, temevo che la se prendessero anche con me, una loro sorella, immigrata come loro ma con un lavoro sicuro, badante di un vecchio che aveva lavorato a Mirafiori. … Queste donne che giungono in Italia da tutto il mondo per fare le badanti sono autonome e consapevoli, economicamente attive, nella migrazione hanno trovato una modalità di affermazione della propria soggettività… Il viaggio non è solo l’attraversamento di spazi geografici. I viaggi sono quelli compiuti dentro di sé. Ma è difficile ricostruire la propria identità in contesti sociali differenti da quelli di partenza. Dalla Postfazione di Sabrina Perra

Le chiavi dello zucchero
La seconda guerra mondiale raccontata da 7 diretti protagonisti, e dentro i loro racconti una moltitudine di tragedie rimosse. Soldati, prigionieri di guerra, partigiani testimoniano una sotto-storia introvabile nei libri di Storia. Le storie portano in diversi teatri di guerra (Egitto, Tunisia, Kenya, Sudafrica, Piemonte, Toscana, Polonia); tutte hanno un legame con la Sardegna: coinvolta più di quanto appaia in quel grande disastro, come ricorda la strage del '43 raccontata da Iolando Fosci, quando gli aerei americani fecero 99 morti e 300 feriti bombardando il paese di Gonnosfanàdiga. Gli altri racconti portano dentro la battaglia di El Alamein, dove Egidio Lai si salvò dalle pallottole nemiche al riparo di un muro raccapricciante di cadaveri ammucchiati; nella «guerra delle mine» dell'artificiere Francesco Cossu, in Tunisia; nella Resistenza di Francesco Salis, il partigiano Ulisse morto nella strage di Valmala, e di Vittorio Vargiu, membro della piccola banda di Ariano, giustiziata dai tedeschi e dai fascisti in Toscana. Chiude la rievocazione dell'oppressione tedesca della polacca Leokadia Sas (sarda d'adozione), dove s'innesta anche il ricordo del giovane Karol Wojtyla.

Hotel Nord America
1939: il giorno dopo il diploma, 22 giovanissime ostetriche dell’Università di Bologna vengono inviate inSardegna. Lì, come in diverse regioni dell’Italia continentale, la mortalità infantile è alta, e di parto muoiono anche molte mamme. Del gruppo di ostetriche fa parte Ida Naldini, ragazza tosco-campana che si ritrova su un traghetto per l’isola sconosciuta senza nemmeno poter avvisare i familiari. La prima tappa sarda è Nuoro dove il Prefetto le fa alloggiare nell’Hotel Nord America: ma è un postribolo mascherato da locanda e la notte si tiene l’assedio dei focosi giovinotti locali che hanno scambiato le mastras de partu per un contingente di prostitute. Da Nuoro, Ida viene spedita a Foghesu (alias Perdasdefogu), sotto il Gennargentu. Qui sarà presto mamma anche lei, sposa di Orazio, in una comunità poverissima dove il regime fascista manda al confino donne dissidenti e zingare. A Foghesu l’ostetrica diventa Signorida, dai paesi vicini la cercano medici che poco sanno di nascite, è coinvolta in una comunità povera sì, ma ricca di umanità, e lei si trova bene, si fa raggiungere dalla mamma sartina e dal padre ferroviere avversario del giovane Mussolini nelle zuffe fra bande dell’Appennino tosco-emiliano. Signorida diventa una donna-coraggio, guada a cavallo torrenti in piena, deve curare puerpere ma anche banditi. Col dopoguerra Foghesu comincia a cambiar volto, ragazzi e ragazze possono studiare. Ida è ormai una di loro, parla in sardo, è testimone e protagonista della ricostruzione post bellica, poi di vicende da Guerra Fredda, con Foghesu diventata sede di poligono militare, da dove l’Europa tenta l’avventura spaziale. Col tempo, microstorie di villaggio si intrecciano con gli antifascisti esuli in Francia, i massacri nelle guerre coloniali in Africa, e caprai analfabeti dialogano con fisici europei che studiano le stelle e giornalisti reduci dalla guerra in Vietnam. Ida tornerà anche ai luoghi dell’Hotel Nord America, rincontrandosi con le antiche colleghe bolognesi rimaste come lei in Sardegna, da allevadora navigata che ha messo al mondo 1.846 bambini.